Self-Shiatsu on-line
Marzo è sempre stato per me un mese di ricorrenze significative: al giorno 3 associo l’anniversario della morte di mia nonna, figura fondamentale nella mia vita, al 10 il compleanno della mia prima nipote evento che ha mutato il mio modo di sentire e pensare valori e priorità, il mio modo di relazionarmi, al 30 associo un incendio scoppiato grazie a una molotov gettata dentro il deposito da un mio allora ex dipendente, causando ingenti danni non solo economici e materiali…
Insomma, posso dire che associo al mese di marzo eventi di profonda trasformazione.
Ora dal 2020 saremo in tanti ad associare ricordi carichi di forti emozioni a questo mese.
Ma, giusto per restare nel qui ed ora, intanto dobbiamo trovare, dentro e attorno a noi la resilienza e i modi per vivere al meglio che possiamo, questo periodo a dir poco inconsueto.
Tutto assomiglia a un ritiro!!
Si, ma quando andavo fare un ritiro spirituale di crescita su me stessa, sceglievo io il momento, ne conoscevo l’inizio e sapevo la data quando sarebbe finito e avrei ripreso la mia vita trasformata dall’esperienza fatta, dalle pratiche meditative.
Questa volta l’incertezza la fa da padrona, e già solo il fatto di essere sani, di non avere persone care colpite dal virus, vuol dire essere dei privilegiati.
Dopo aver consegnato Nicolas, il mio nipotino al suo papà, inizia così questo periodo di isolamento.
#io resto a casa
Vivo da sola con i miei pelosi: un cane di nome Oscar e due gatti Zibra e Vritti, da diversi anni e ci sto bene, ora però c’è qualcosa di diverso. Da subito mi rendo conto che, non potendo più avere contatti fisici con altri umani, la loro presenza come animali acquista valore, va a soddisfare bisogni di contatto, di presenza con una dosa maggiore rispetto al consueto.
Emerge da subito una quantità di “tempo libero” alla quale non sono abituata. Ho la fortuna di vivere in una casa con un bel cortile, un piccolo orto e giardino, e questo mi permette di stare all’aperto senza contrastare l’ordinanza, far giocare il cane, fare lavori all’aperto, esco fuori casa il minimo necessario per necessità impellenti, e sento che “sto meglio a casa”.
Altra cosa che si fa sentire da subito, è l’identificazione con il mio essere shiatsuka, non è solo un miscuglio di paure pratiche, economiche ma anche la sensazione di non poter dare sfogo a un mio bisogno di dare, di contattare, di RELAZIONE con l’altro.
#non mi fermo
Allora prendo coraggio, contatto un paio di clienti con i quali ho maggior facilità di comunicazione e decido con loro di passare dalle parole ai fatti, inizio così a fare le prime lezioni a distanza.
Utilizzo un sistema facile a portata di tutti la videochiamata tramite WhatsApp, trovo un supporto dove poggiare il cellulare e si parte per questa nuova avventura!!.
Alla fine della prima seduta sono al settimo cielo. Tutto è andato al meglio, con Nicol la mia prima “cavia” mi ha dato informazioni sufficienti per costruire con lei un percorso di esercizi personalizzato, li abbiamo eseguiti insieme, mi ha dato un feedback finale positivo, alla fine era molto contenta del nostro “incontro a distanza” e io, forse più felice di lei, farlo mi aveva permesso di trattare me stessa, mentre la guidavo, vederla reagire positivamente mi aveva riempito di gioia. Nello stesso giorno faccio una seconda prova con un’altra cliente, ma non è andata per niente bene, la voce arrivava disturbata, e alla fine entrambe ne siamo uscite un tantino frustrate.
Il bilancio del primo giorno, è stato un tantino deludente.
Non mi sono fatta scoraggiare, due sole lezioni erano troppo poche per trarre conclusioni, ho deciso di procedere, affinando un po’ la strategia.
Quando prendiamo appuntamento, colgo l’occasione di dare alcuni consigli ai clienti, tipo avvisare di poter non essere disturbati durante la lezione, scegliere uno spazio dove sentirsi più comodi, scegliere uno spazio fisico dove possano avere una buona connessione, arieggiare la stanza dove poi seguiranno la lezione, insomma un po’ quello che io faccio di solito per preparare lo studio prima di fare un trattamento.
Iniziamo con qualche minuto di racconto da parte del cliente su come si sente, di quali parte del corpo sente più contratte, su eventuali aspettative per quello che andremo a fare insieme, poi entro nel vivo della lezione, che costruisco personalizzandola, tratto me stessa e descrivo con le parole guidandolo nell’esecuzione.
Ogni tanto lo invito a chiudere gli occhi, ascoltarsi e darmi un feedback delle sue sensazioni.
Chiudo con una breve meditazione/centratura e prima di salutarci lascio al cliente un esercizio da fare in autonomia, in sintonia che quello che abbiamo fatto durante la seduta/virtuale.
Insomma conduco la lezione come se invece che vederci attraverso un piccolo schermo fossimo nella stessa stanza.
Quella di fare delle lezioni di Self-Shiatsu on-line, in realtà era un progetto che da un po’ di tempo giaceva nel mio “cassetto delle case da fare”, ma ero sempre limitata dal non avere tempo per provare, da dubbi di vario tipo: la mancanza di contatto, la poca simpatia per la tecnologia, e le resistenze a fare qualcosa di nuovo.
Questo si può fare con un semplice cellulare utilizzando una applicazione come WhatsApp, ma nulla ci impedisce di poter sperimentare altre modalità tecnologiche, anche di gruppo, per poter lasciare spazio alla comunicazione, condizione e gestione della nostra Arte, e dare il nostro contributo, alle persone attorno a noi per vivere questo “tempo speciale” in modo più costruttivo possibile e aiutarle ad acquisire strumenti per la gestione del loro corpo, delle loro emozioni e pensieri. Possiamo rendere disponibili conoscenze e esperienze che fanno parte del nostro percorso professionale di formazione e che spesso diamo per scontate, e mantenere una relazione viva, anche se a distanza, con la nostra rete di clienti e soprattutto fare in modo di preservare la nostra salute psicofisica ed esperire la nostra creatività.
#presto riparto
Posso dire che, in questo periodo tra il prima e il dopo del COVID 19, mi sono trovata spinta a fare amicizia con la tecnologia, a guardare con occhi diversi il cambiamento, a non dare per scontate tante cose semplici ma importanti.
Sono fiduciosa e aspetto con trepidazione di poter riaprire il mio STUDIO, ma sono anche certa che tutto quello farò nel MENTRE mi permetterà di crescere, mi aiuterà a stare in relazione con gli altri, a aiutarli a fare qualcosa di buono per se stessi in una fase di immobilità, e di certo a dare a me l’occasione per praticare su me stessa, esprimere la mia creatività e voglia di vivere.
Nadia Simonato